Studio Rossi Napolitano

Trascrizione del testo

Caro Lucilio,
Sono più le cose che spaventano, che quelle che ci fanno effettivamente male, e noi siamo più spesso in angustie per le apparenze che per fatti reali.
Quante volte hai perso il sonno per preoccupazioni che non si sono mai avverate? Quante volte hai temuto disastri che non sono mai accaduti? Quante energie hai sprecato in ansie per situazioni che, alla fine, si sono rivelate innocue?
Mi descrivi i tuoi esperimenti con la realtà virtuale, come utilizzi simulazioni per affrontare le tue fobie: altezze, folla, parlare in pubblico. C’è saggezza in questo approccio, Lucio, ma anche un rischio. La simulazione può mostrarti che molte delle tue paure sono esagerate, ma può anche creare una falsa sicurezza. Il coraggio virtuale non sempre si traduce in coraggio reale.
Osservo inoltre una curiosa contraddizione: mentre usi questi strumenti per superare alcune paure, sviluppi nuove ansie legate al mondo virtuale stesso. Temi di perdere connessione durante un’esperienza importante, di non poter accedere ai tuoi mondi preferiti, di restare indietro rispetto all’evoluzione tecnologica. Non è forse questo un esempio di come la mente umana sia esperta nel creare nuove preoccupazioni, anche in ambiti che dovrebbero liberarci dalle vecchie?
La vera libertà dalla paura non viene dall’evitare ciò che temiamo, né nel mondo reale né in quello virtuale, ma dal riconoscere la natura illusoria della maggior parte delle nostre ansie.
Con serenità, Il tuo amico.
Seneca