Studio Rossi Napolitano

Trascrizione del testo

Caro Lucilio,
ti scrivo oggi non dalle terme di Baia né dai giardini della mia villa, ma dal cuore pulsante di questa nostra epoca digitale, dove i ladri non scassinano più le porte ma penetrano nelle nostre menti attraverso schermi luminosi. Come un tempo mettevo in guardia contro le passioni che turbano l’animo, oggi devo avvertirti di nuovi predatori che sfruttano non la forza bruta, ma le più sottili debolezze dell’animo umano.
Osserva, mio caro amico, come i criminali di oggi abbiano compreso ciò che noi stoici abbiamo sempre saputo: l’uomo non è vinto dalle circostanze esterne, ma dalle proprie reazioni ad esse. Questi moderni sofisti del crimine – che chiamano hacker – non perdono tempo a forzare mura di codice impenetrabili quando possono semplicemente bussare alla porta del nostro cuore impaurito.
La paura – quella passione che tanto abbiamo studiato – diventa il loro grimaldello principale. “Il tuo conto è stato violato!”, “Emergenza: verifica immediatamente la tua identità!”. Come un tempo i demagoghi agitavano il popolo con false minacce, oggi questi truffatori digitali sfruttano la nostra naturale tendenza al panico.
La curiosità – quella stessa brama di conoscenza che Aristotele definiva naturale nell’uomo – viene distorta in trappola. Un allegato intrigante, un link che promette rivelazioni: ecco come l’impulso più nobile si trasforma in rovina.
Il rispetto delle istituzioni – virtù che dovrebbe essere lodata – diventa debolezza quando riceviamo false comunicazioni da presunte autorità. La nostra pietas verso le leggi e i magistrati si tramuta in cieca obbedienza verso chi indossa la maschera dell’autorità.
Il nostro contemporaneo Erich Fromm – filosofo che ben comprenderebbe i nostri dialoghi – ci insegna che esistono personalità più inclini alla sottomissione. Non è scritto nei geni, caro Lucilio, ma plasmato dall’educazione e dalle circostanze. Alcuni individui sviluppano quella che potremmo chiamare una “personalità vittimaria”: cercano inconsciamente situazioni in cui possono essere dominati, manipolati, feriti.
Come riconoscere questi caratteri fragili? Osserva chi:

  • Cerca costantemente approvazione esterna
  • Ha difficoltà a dire “no” anche alle richieste più assurde
  • Teme il conflitto più della propria rovina
  • Confonde gentilezza con debolezza
  • Vive in stato di ansia perpetua, sempre in attesa della prossima catastrofe

Questi non sono difetti morali, ma ferite dell’anima che richiedono cura e non giudizio. Nella prossima lettera, ti offrirò la cura.
Vale,
Seneca