Mio caro Lucilio,
oggi prendo dal giardino del tempo. Il 13 maggio di un anno ch’egli chiamava 1829, scriveva: “Il tempo manca, cresce lo scibile, lo spazio della vita non cresce, ed esso non ammette più che tanto di cognizioni…. gli uomini imparano ogni giorno, ma il genere umano dimentica, e non so se altrettanto.”
Queste parole, mio Lucilio, sono di Giacomo Leopardi e anticipano un male che affligge la vostra epoca: le informazioni si accumulano come cellule impazzite, deformando l’apparato per pensare i pensieri.
E non è dolce naufragare in questa immensità.
Ti consiglio:
I) ricorda che la verità, come diceva Lucrezio, è opera di sottrazione, non di accumulo;
II) coltiva la selectio. Non srotolare ogni papiro. Leopardi aveva intuito che lo spazio della vita non ammette più che tanto di cognizioni: scegli gli scritti delle migliori menti;
III) pratica la meditatio su ciò che hai appreso: memorizza. La profondità, non l’ampiezza, è il segno della vera conoscenza che forma la vita.
IV) ricorda che il genere umano dimentica, come saggiamente annotava Leopardi. Ciò che sembrava essenziale ieri è dimenticato domani. Non inseguire dunque le mode del sapere, ma cerca ciò che resiste al tempo. I principi fondamentali, le domande essenziali, i valori immutabili – questi non mutano con le stagioni;
V) vindica te tibi. Impara a onorare le ore della tua esistenza senza fartele in alcun modo sottrarre.
Un’ultima riflessione, mio Lucilio, la nuova videocrazia non forma al Sapere.
Dai valore alla formazione con gli insegnanti e plasma la tua mente a superarsi senza farsi indebolire dalla psicotecnica ipermoderna.
Prenditi cura di te.
Seneca