Studio Rossi Napolitano

Trascrizione del testo
Carissimo Lucilio,
mentre osservo il tramonto dorato sulla nostra Roma, rifletto su quanto i tempi che tu vivi siano straordinari e gravidi di opportunità. I tuoi mercatores riferiscono che il mercato di quello che chiamate “coaching” valga già 3,64 miliardi di sesterzi d’oro nel vostro anno 2025, destinato a crescere fino a 5,79 miliardi entro breve termine. Numeri che farebbero impallidire persino Crasso! Ma non è la ricchezza in sé che mi stupisce, bensì ciò che essa rappresenta: il riconoscimento universale del valore della sapientia applicata. Quello che i vostri contemporanei chiamano “executive coaching” – che raggiungerà i 161 miliardi di sesterzi entro il 2030 – altro non è che l’antica arte del magister che guida l’allievo verso la sua virtus più autentica.
Tu scrivi che questo coaching aiuta i collaboratori a “elaborare una visione del cambiamento che definisca i risultati desiderati”. Non è forse questo il cuore stesso della filosofia stoica? “Ducunt volentem fata, nolentem trahunt”. Ma oggi, caro Lucilio, non si tratta più solo di accettare il fato: si tratta di plasmarlo attraverso la continua disciplina mentis.
I tuoi executive che definiscono “il loro stile di leadership” stanno in realtà riscoprendo l’antica massima del “Nosce te ipsum”. Ma ora hanno strumenti che noi non potevamo nemmeno immaginare: algoritmi che apprendono, intelligenze artificiali che offrono specchi della mente umana più lucidi di qualsiasi superficie di bronzo levigato.
Quello che tu chiami “AI literacy” è la paideia del tuo tempo, Lucilio. Come noi dovevamo padroneggiare la retorica e la dialettica per navigare il forum e il Senato, tu devi comprendere questi nuovi linguaggi dell’intelligenza artificiale per non essere travolto dalle trasformazioni del tuo secolo.
Le cifre che mi riporti sono eloquenti: le aziende che coltivano una “cultura dell’apprendimento” hanno il 92% di probabilità in più di innovare. Semper discendum est dicevamo noi. Ma voi avete trasformato questo principio in vantaggio competitivo misurabile: +52% di produttività, +56% di rapidità commerciale, +17% di redditività.
Il coaching, come tu giustamente osservi citando Han, è “proteso verso il Venturo, verso l’Altro”. Ma non dimenticare, caro amico, che è anche proteso verso il Sé più autentico. Il digital coaching che tu pratichi non è altro che una versione amplificata del metodo socratico: domande che generano domande, specchi che riflettono altri specchi, fino a quando l’anima non si riconosce nella sua verità più profonda.
Questi strumenti digitali di cui disponi – algoritmi di apprendimento, piattaforme di coaching, intelligenze artificiali – sono come sofisticati astrolabi dell’anima. Non ti dicono dove sei, ma ti aiutano a capire dove potresti arrivare se orienti correttamente la tua voluntas.
Coltiva di continuo la Conoscenza: dai sapore al sapere.
Ave.
Seneca