Caro Lucilio,
Ti saluto in questo mondo frenetico dove il tempo scorre più veloce che mai. Osservo come i tuoi occhi siano costantemente abbassati sul piccolo schermo luminoso che porti sempre con te, questo strumento che chiamate “smartphone”. Mi chiedo: sei tu a possedere questo dispositivo, o è esso a possedere te?
Ricordi quando ti scrissi che “una parte considerevole della vita sfugge a chi agisce male, la maggior parte a chi non fa nulla, tutta a chi fa altro da ciò che dovrebbe”? Oggi questo ammonimento è più attuale che mai. Quante ore al giorno dedichi a scorrere immagini e parole effimere, a inseguire notifiche che, come cinguettii di uccelli notturni, interrompono i tuoi pensieri?
Non ti chiedo di abbandonare questo strumento, che riconosco avere utilità. Ti invito invece a considerarlo per quello che è: un servitore, non un padrone. Prova questo esercizio: per una settimana, annota quanto tempo trascorri sul tuo dispositivo. Poi chiediti: di queste ore, quante hanno contribuito alla tua crescita? Quante alla tua serenità?
La vera ricchezza, Lucilio, non è avere tempo illimitato, ma usare con saggezza quello che abbiamo. Inizia ogni giorno con un proposito chiaro di come userai il tuo dispositivo, non permettere che sia esso a decidere come userai il tuo tempo.
Ricorda: ciò che misuri, migliora. Misura il tuo tempo digitale, e vedrai migliorare la tua vita.
Con affetto, Seneca