Caro Lucilio,
Mi racconti di come, durante una conversazione importante, hai sentito la vibrazione del tuo dispositivo nella tasca e, pur resistendo all’impulso di controllarlo immediatamente, i tuoi pensieri sono volati a ciò che poteva attendere la tua attenzione.
È proprio questo il sottile potere di questi dispositivi: non è necessario nemmeno guardarli per essere distratti da essi. Sono come quei parassiti che non vedi, ma che si nutrono silenziosamente della tua energia vitale.
Gli stoici come noi praticano la concentrazione come virtù. Eppure, in questo mondo moderno, sembrate tutti addestrati alla distrazione perpetua. Ogni notifica, ogni avviso è un’esca per la mente, un’interruzione del flusso di pensieri profondi.
Ti propongo questo: disattiva tutte le notifiche non essenziali. Dedica momenti specifici della giornata a controllare messaggi e novità, piuttosto che permettere al dispositivo di richiamare la tua attenzione in qualsiasi momento. E quando sei in compagnia di altri, rendi omaggio alla loro presenza mettendo via il dispositivo completamente.
La vera conversazione, Lucilio, avviene quando due menti sono completamente presenti l’una all’altra. La vera produttività nasce quando la mente dimora completamente nel compito presente. E la vera pace si trova quando l’attenzione non è frammentata in mille direzioni.
“L’uomo che fa molte cose spesso sbaglia direzione”, ti scrissi un tempo. Oggi ti dico: l’uomo costantemente distratto non trova mai la propria direzione.
Con preoccupazione e speranza, Seneca