Caro Lucilio,
Mi descrivi una sensazione di debolezza spirituale. “Mi sento vulnerabile”, scrivi, “incapace di resistere alle tentazioni, di mantenere propositi, di affrontare avversità con fermezza”. E mi chiedi se questa fragilità possa essere collegata al modo in cui vivi immerso nelle distrazioni digitali.
La tua intuizione è corretta, amico mio. Lo spirito, come il corpo, si fortifica attraverso la resistenza, la disciplina, l’esposizione controllata alle difficoltà. Eppure, nella tua era di gratificazione istantanea e di comfort perpetuo, lo spirito raramente incontra la resistenza necessaria per fortificarsi.
Il tuo dispositivo, in particolare, è progettato per eliminare ogni attrito, ogni momento di noia, ogni sforzo mentale. Un pensiero difficile emerge? Ecco una distrazione a portata di mano. Un compito noioso si presenta? Ecco un intrattenimento istantaneo. Una conversazione scomoda si profila? Ecco una scusa perfetta per evitarla.
Per rafforzare lo spirito, devi deliberatamente reintrodurre nella tua vita quegli attriti che la tecnologia cerca di eliminare. Ecco alcune pratiche:
Affronta compiti difficili senza cercare scorciatoie digitali. Risolvi problemi con la tua mente prima di consultare il dispositivo.
Coltiva la pazienza accettando momenti di attesa senza riempirli con la stimolazione dello schermo. Attendi in silenzio, osserva i tuoi pensieri, pratica la presenza.
Impegnati in conversazioni profonde, anche quando diventano scomode. Resisti all’impulso di rifugiarti nel dispositivo quando emergono emozioni difficili.
Stabilisci propositi e mantienili, anche quando richiedono sacrificio. La capacità di ritardare la gratificazione è un muscolo spirituale che va allenato regolarmente.
“Non possiamo dirigere il vento, ma possiamo aggiustare le vele”, ti scrissi un tempo. Nell’era digitale, aggiungo: non puoi eliminare le distrazioni, ma puoi allenare lo spirito a resistere al loro richiamo e prendi dal giardino altrui, meditando, questo fiore del filosofo Epitteto: “non sono le cose a turbare gli uomini, ma le opinioni che essi si fanno delle cose”.
Per la tua forza interiore, Seneca