Caro Lucilio,
“La mia memoria si indebolisce”, mi scrivi. “La mia capacità di concentrazione diminuisce. I miei pensieri sembrano frammentati, saltando da un argomento all’altro senza profondità”. E ti chiedi se la causa sia l’uso costante del tuo dispositivo digitale.
La mente, come qualsiasi altro organo, si adatta alle richieste che le vengono poste. Se le chiedi costantemente di saltare da un’informazione all’altra, di processare stimoli rapidi e superficiali, di dividere l’attenzione tra molteplici canali – ebbene, diventerà esperta in questo. Ma perderà la capacità di sostenere l’attenzione profonda, di seguire argomentazioni complesse, di memorizzare informazioni significative.
I neurologi della tua era chiamano questo fenomeno “plasticità cerebrale”. Gli stoici lo conoscevano come il principio secondo cui “diventiamo ciò che pratichiamo regolarmente”.
Per rafforzare la mente, devi deliberatamente esporla a esercizi che contrastano le abitudini indotte dai dispositivi digitali. Ecco alcune pratiche.
Lettura profonda: dedica ogni giorno tempo alla lettura di opere complesse, senza interruzioni. Non solo brevi articoli o messaggi, ma libri che richiedono concentrazione sostenuta e comprensione di argomentazioni articolate.
Memorizzazione: esercita la memoria imparando a memoria poesie, citazioni o concetti. La capacità di richiamare informazioni senza l’ausilio di dispositivi esterni è un’abilità fondamentale da preservare.
Meditazione: pratica quotidianamente la concentrazione su un singolo punto di attenzione. Può essere il respiro, un oggetto, un concetto. Quando la mente vaga, gentilmente riportala all’oggetto della meditazione.
Pensiero critico: analizza attivamente le informazioni che ricevi. Non limitarti a consumare passivamente contenuti, ma interrogati sulla loro validità, sulle prove a sostegno, sulle prospettive alternative.
“La mente che si apre a una nuova idea non torna mai alla sua dimensione originale”, scrissi un tempo. Oggi aggiungo: la mente che resiste alla frammentazione digitale scopre nuove profondità di pensiero.
Per la tua acutezza mentale, Seneca