Seneca saluta il suo Lucilio.
Mi hai scritto, Lucilio, della preoccupazione per tuo padre che, avvicinatosi in tarda età al mondo digitale, è caduto vittima di truffatori che, fingendosi funzionari pubblici, gli hanno sottratto denaro. Condivido la tua preoccupazione e voglio riflettere su questa piaga che colpisce i nostri anziani.
I vecchi, che nella nostra società dovrebbero essere venerati per la loro saggezza, si trovano improvvisamente vulnerabili di fronte a tecnologie che non hanno visto nascere e crescere. Come bambini in un mondo nuovo, portano nei dispositivi digitali la stessa fiducia che riponevano nelle relazioni umane della loro giovinezza.
È nostro dovere proteggerli, non con divieti che ne lederebbero la dignità, ma con educazione paziente. Insegna a tuo padre che nessun funzionario richiederà mai dati sensibili attraverso messaggi o chiamate improvvise. Mostragli come verificare l’identità di chi comunica con lui. Soprattutto, incoraggialo a consultarsi sempre con te prima di compiere azioni finanziarie online.
La vecchiaia è già di per sé un peso; non permettiamo che la tecnologia, anziché alleviarla, la renda più gravosa. E ricorda: non c’è vergogna nell’essere ingannati, ma solo nel rifiutare di imparare dall’inganno subito.
Vale.