Studio Rossi Napolitano

Trascrizione del testo

Seneca saluta il suo Lucilio.
Mi scrivi, Lucilio, che fai fatica a concentrarti sulla lettura di un libro intero, che la tua mente salta da un pensiero all’altro come un’ape impazzita tra i fiori. Non sei solo in questa condizione: è il male del nostro tempo. Lo smartphone ci abitua a stimoli costanti e ricompense immediate; di conseguenza, la mente perde la capacità di sostenere l’attenzione prolungata necessaria per il pensiero profondo.
Eppure, proprio come un atleta deve allenare i muscoli più deboli, così noi dobbiamo rafforzare deliberatamente le facoltà mentali che la tecnologia indebolisce.
Ecco ciò che ti consiglio: inizia con brevi periodi di lettura profonda, magari solo quindici minuti, ma senza alcuna interruzione o distrazione. Quando senti l’impulso di controllare il dispositivo, respira profondamente e riporta l’attenzione al testo. Gradualmente, aumenta questi periodi.
Pratica la memorizzazione: poesie, citazioni, numeri di telefono che ora affidi al tuo dispositivo. La memoria è un muscolo che si atrofizza se non utilizzato.
Impegnati in conversazioni reali, faccia a faccia, dove devi seguire il filo del discorso senza l’aiuto di registrazioni o messaggi scritti.
E soprattutto, Lucilio, sii paziente con te stesso. La mente che è stata frammentata dall’uso costante della tecnologia non si ricompone in un giorno. Ma con pratica costante, ritroverai la gioia del pensiero sostenuto, della riflessione profonda, della concentrazione immersiva che sola produce vera saggezza.
Vale.