Studio Rossi Napolitano

Trascrizione del testo

Seneca saluta il suo Lucilio.
Mi scrivi, turbato, di aver quasi ceduto a un messaggio che sembrava provenire dalla tua banca, chiedendoti di verificare urgentemente le tue credenziali. Hai fatto bene a esitare, Lucilio: hai incontrato ciò che oggi chiamano “smishing”, una forma di inganno che usa messaggi di testo per carpire informazioni sensibili.
Come i sofisti contro cui Socrate combatteva usavano parole convincenti per mascherare falsità, così questi truffatori digitali imitano il linguaggio e l’aspetto di istituzioni rispettabili per ingannare.
Ricorda sempre questa regola: nessuna istituzione legittima ti chiederà mai credenziali o informazioni personali attraverso un messaggio o una email. Se ricevi simili richieste, non cliccare su alcun link nel messaggio. Invece, apri il tuo browser e visita direttamente il sito ufficiale dell’istituzione, o chiama il numero che già conosci, non quello fornito nel messaggio sospetto.
Diffida dell’urgenza artificiale: i truffatori cercano di metterti fretta, di farti agire d’impulso prima che la ragione possa intervenire. “Il tuo conto è stato bloccato!”, “Devi verificare immediatamente!”, “Ultima possibilità!”. La fretta è nemica del giudizio saggio.
Esamina attentamente mittenti, domini, errori grammaticali: spesso sono indizi di frode. E ricorda che è meglio essere cauti senza necessità che fidarsi con leggerezza: nel primo caso rischi un lieve inconveniente, nel secondo potresti perdere risparmi o identità digitale.
La virtù della prudenza non è mai stata così necessaria come nell’era digitale.
Vale.