Studio Rossi Napolitano

Trascrizione del testo

Caro Lucilio,
mi sono ritirato non solo dagli uomini, ma anche dagli affari e anzitutto dai miei affari, lavoro per i posteri, scrivo cose che possono essere utili a loro.
Molti mi considerano egoista per questa scelta. “Perché non ti occupi delle urgenze del presente?”, mi chiedono. “Perché non cerchi di lasciare un segno nella società di oggi?”.
Mi racconti dei tuoi progetti di rappresentazione digitale della realtà, delle simulazioni storiche che stai creando per far rivivere il passato alle generazioni future. C’è qualcosa di nobile in questo tuo lavoro, Lucilio. Mentre molti usano queste tecnologie per il mero intrattenimento o per sfuggire al presente, tu stai cercando di costruire ponti tra passato e futuro.
Ma qui devo richiamare la saggezza di Aristotele sull’uso intelligente degli strumenti. Il Filosofo ci insegnava che ogni strumento ha il suo scopo proprio: l’ascia per tagliare, la lira per fare musica. Quando usiamo uno strumento secondo la sua natura e per il fine a cui è destinato, raggiungiamo l’eccellenza. Le tue macchine digitali sono strumenti potenti, ma come tutti gli strumenti, possono essere usate bene o male. Tu le stai usando secondo virtù quando le impieghi per educare e preservare la memoria storica, non quando permettono agli uomini di fuggire dalla realtà o di sostituire le relazioni umane autentiche con simulacri.
Aristotele ci ricordava anche che l’uomo virtuoso è colui che sa quando usare uno strumento e quando posarlo. La macchina deve rimanere servo, non diventare padrone. Se le tue simulazioni aiutano gli uomini a comprendere meglio la storia e se stessi, allora stai usando la tecnologia secondo saggezza. Ma se esse diventano un fine in sé, una fuga dal compito di vivere pienamente la propria esistenza, allora hai permesso allo strumento di corrompere il suo stesso scopo.
Tuttavia, rifletti: questi mondi digitali, per quanto dettagliati, sono fragili. I formati digitali diventano obsoleti, le piattaforme scompaiono, le tecnologie mutano rapidamente. Se vuoi veramente lavorare per i posteri, devi chiederti cosa rimarrà quando tutto questo sarà polvere. Forse, accanto ai tuoi mondi virtuali, dovresti considerare di lasciare anche qualcosa di più duraturo: idee, principi, riflessioni che trascendono il mezzo con cui vengono trasmesse.
Il tuo lavoro digitale può essere un dono prezioso per il futuro, ma solo se porta con sé una sostanza che va oltre la forma, un messaggio che sopravvive anche quando l’involucro tecnologico sarà irrimediabilmente superato. Come Aristotele sapeva bene, la forma senza sostanza è vuota, ma la sostanza può assumere forme diverse e durare nel tempo.
Con affetto,
il tuo amico.
Seneca