Studio Rossi Napolitano

Trascrizione del testo

Caro Lucilio,
Mi confidi di sentirti talvolta come un attore che interpreta diversi ruoli sui vari palcoscenici digitali che frequenti. Sul tuo profilo professionale, mostri solo competenza e successo. Nelle conversazioni private, riveli le tue insicurezze. Nelle comunità di interesse, ti adatti al tono e alle opinioni prevalenti.
Chi sei veramente, Lucilio, tra tutte queste versioni di te stesso?
Gli stoici hanno sempre ricercato la coerenza come virtù fondamentale. “Che la tua vita non contraddica le tue parole”, ti scrissi in passato. Oggi, nell’era dei molteplici sé digitali, questa sfida è più complessa che mai.
Non ti chiedo di rivelare ogni aspetto della tua vita privata nel regno pubblico digitale — la discrezione rimane una virtù. Ti invito piuttosto a riflettere se le diverse facce che mostri siano veramente sfaccettature di un’unica gemma autentica, o se siano maschere che indossi per compiacere pubblici diversi.
Ecco il mio consiglio: prima di condividere qualcosa attraverso il tuo dispositivo, chiediti: “Questo rappresenta veramente ciò in cui credo? Lo condividerei con la stessa convinzione in qualsiasi contesto della mia vita?”
L’autenticità digitale non significa esporre ogni vulnerabilità o pensiero privato. Significa piuttosto assicurarsi che ciò che si condivide, per quanto selettivo, sia genuino e coerente con la propria filosofia di vita.
“La felicità consiste nell’accordo con se stessi”, ti dissi un tempo. Oggi aggiungo: la serenità digitale consiste nel riconoscersi nelle proprie parole e azioni online.
Con sincerità, Seneca